Iniziamo oggi una serie di post su un tema importante per lo sviluppo e la salvaguardia di un territorio: il PAT!!!!
Sento già gli sbuffi della gente che pensa "cheppalle!!! è una cosa che riguarda solo gli architetti".
In realtà non è così: riguarda tutti noi come e dove si svilupperà il nostro territorio, quali sono le idee che mettiamo in campo per riqualificare il nostro paese, che valore acquistano i nostri beni, infatti la casa è un bene che contribuisce alla ricchezza delle persone e se dei regolamenti comunali deprezzano i nostri beni rispetto a quelli di altri comuni questo riguarda tutti.
Cominciamo col dire che è ufficiale: il
PAT (Piano di Assetto del Territorio) confezionato dalla giunta precedente è
stato ritirato da dove languiva da oltre un anno, cioè la Provincia, nella vana
speranza di essere supportato dall’attuale Amministrazione.
Oggi è finalmente
chiaro che quel documento così
voluminoso e costoso e di tale importanza per la vita di una comunità e del
suo territorio verrà in parte o in toto cestinato: è una scelta politica forte
ed importante sulla quale l’amministrazione attuale, durante l’ultimo Consiglio
Comunale, si è impegnata a dare spiegazioni entro settembre.
Non possiamo di
certo rimpiangere un PAT alla cui formazione non abbiamo minimamente
partecipato, e non per nostra volontà. Ciò che possiamo lamentare è
l’esclusione fatta nei confronti delle altre forze politiche dalla scelta di
ritiro del PAT e sperare, allo stesso tempo, in un maggiore coinvolgimento
nella redazione del prossimo.
E’ però, molto poco
convincente, il fatto che, avendo fatto passare un anno in cui non si è parlato
assolutamente del PAT, si sia deciso di punto in bianco di ritirarlo e al
contempo ci si prenda almeno 3 mesi per spiegarne i motivi e condividerne le
ragioni.
Delle due l’una: o
lo si è ritirato senza averlo studiato abbastanza o lo si è studiato ma si è
fatta un’inutile forzatura agendo senza coinvolgere né il Consiglio Comunale, né
le commissioni, mettendo così tutti di fronte al fatto compiuto.
Eppure il PAT è uno
dei principali strumenti di pianificazione e programmazione del territorio, serve
a definire le linee guida dello sviluppo, qualsiasi esso sia quello in mente
della maggioranza, stabilisce priorità, indirizzi, modalità di fruizione del
territorio.
Certamente il PAT non
serve ad individuare le nuove aree edificabili: al contrario esso serve a
definire in primis le aree da preservare e quelle dotate di specifiche
criticità (problematiche idro-geologiche), specificare i vincoli, pianificare
il sistema delle infrastrutture e solo alla fine di questo percorso le possibili
direzioni di ampliamento.
Ritenere che il PAT
comporti necessariamente l’individuazione di aree di nuova espansione è una
visione parziale se non sbagliata, come altre suggerite da questa
amministrazione in materia urbanistica: l’effettiva individuazione delle aree
edificabili avverrà solo con lo strumento successivo: il Piano degli Interventi
(PI).
Lo
strumento urbanistico serve a migliorare le condizioni dei miresi tutti, per
questo oggi sono pressanti alcune domande al quale l’Amministrazione dovrà
rispondere:
Ci sarà
una politica della compensazione e del credito edilizio?
Come
ci si comporterà nei confronti delle attività in zona impropria?
Come
ci si comporterà nei confronti di quelle aree soggette a rischio idrologico?
Quando
si ragionerà sulla qualità e non più solo sulla quantità?
C’è
un indirizzo? Una tendenza? O semplicemente si pensa di continuare a navigare a
vista, vivacchiando?
Eravamo abituati
alla poca condivisione delle scelte alla base del PAT dell'Amministrazione
precedente, e speriamo che, in nome della tanto sbandierata trasparenza e
partecipazione, le cose migliorino con questa Giunta.
Jacopo Carraro
Coordinatore
comunale
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