martedì 11 giugno 2013

Finalmente il Pat?

Iniziamo oggi una serie di post su un tema importante per lo sviluppo e la salvaguardia di un territorio: il PAT!!!!
Sento già gli sbuffi della gente che pensa "cheppalle!!! è una cosa che riguarda solo gli architetti". 
In realtà non è così: riguarda tutti noi come e dove si svilupperà il nostro territorio, quali sono le idee che mettiamo in campo per riqualificare il nostro paese, che valore acquistano i nostri beni, infatti la casa è un bene che contribuisce alla ricchezza delle persone e se dei regolamenti comunali deprezzano i nostri beni rispetto a quelli di altri comuni questo riguarda tutti.

Cominciamo col dire che è ufficiale: il PAT (Piano di Assetto del Territorio) confezionato dalla giunta precedente è stato ritirato da dove languiva da oltre un anno, cioè la Provincia, nella vana speranza di essere supportato dall’attuale Amministrazione.
Oggi è finalmente chiaro che quel documento così voluminoso e costoso e di tale importanza per la vita di una comunità e del suo territorio verrà in parte o in toto cestinato: è una scelta politica forte ed importante sulla quale l’amministrazione attuale, durante l’ultimo Consiglio Comunale, si è impegnata a dare spiegazioni entro settembre.
Non possiamo di certo rimpiangere un PAT alla cui formazione non abbiamo minimamente partecipato, e non per nostra volontà. Ciò che possiamo lamentare è l’esclusione fatta nei confronti delle altre forze politiche dalla scelta di ritiro del PAT e sperare, allo stesso tempo, in un maggiore coinvolgimento nella redazione del prossimo.
E’ però, molto poco convincente, il fatto che, avendo fatto passare un anno in cui non si è parlato assolutamente del PAT, si sia deciso di punto in bianco di ritirarlo e al contempo ci si prenda almeno 3 mesi per spiegarne i motivi e condividerne le ragioni.
Delle due l’una: o lo si è ritirato senza averlo studiato abbastanza o lo si è studiato ma si è fatta un’inutile forzatura agendo senza coinvolgere né il Consiglio Comunale, né le commissioni, mettendo così tutti di fronte al fatto compiuto.
Eppure il PAT è uno dei principali strumenti di pianificazione e programmazione del territorio, serve a definire le linee guida dello sviluppo, qualsiasi esso sia quello in mente della maggioranza, stabilisce priorità, indirizzi, modalità di fruizione del territorio.
Certamente il PAT non serve ad individuare le nuove aree edificabili: al contrario esso serve a definire in primis le aree da preservare e quelle dotate di specifiche criticità (problematiche idro-geologiche), specificare i vincoli, pianificare il sistema delle infrastrutture e solo alla fine di questo percorso le possibili direzioni di ampliamento.
Ritenere che il PAT comporti necessariamente l’individuazione di aree di nuova espansione è una visione parziale se non sbagliata, come altre suggerite da questa amministrazione in materia urbanistica: l’effettiva individuazione delle aree edificabili avverrà solo con lo strumento successivo: il Piano degli Interventi (PI).
Lo strumento urbanistico serve a migliorare le condizioni dei miresi tutti, per questo oggi sono pressanti alcune domande al quale l’Amministrazione dovrà rispondere:
Ci sarà una politica della compensazione e del credito edilizio?
Come ci si comporterà nei confronti delle attività in zona impropria?
Come ci si comporterà nei confronti di quelle aree soggette a rischio idrologico?
Quando si ragionerà sulla qualità e non più solo sulla quantità?
C’è un indirizzo? Una tendenza? O semplicemente si pensa di continuare a navigare a vista, vivacchiando?
Eravamo abituati alla poca condivisione delle scelte alla base del PAT dell'Amministrazione precedente, e speriamo che, in nome della tanto sbandierata trasparenza e partecipazione, le cose migliorino con questa Giunta.


Jacopo Carraro 
Coordinatore comunale

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