lunedì 10 settembre 2012

Ancora sulla città metropolitana II

Abbiamo detto che non esiste per Mira la possibilità di passare sotto la provincia di Padova. Questo è scritto nalla legge che istituisce la Città Metropolitana di Venezia e dalla Costituzione, la quale prevede, e la legge richiama chiaramente tale articolo, la possibilità di cambiare provincia solo per i comuni confinanti, tramite referendum (art. 133).

Del resto anche Barbara Degani, la Presidente della provincia di Padova, ha ammesso che per i comuni della Riviera del Brenta, a parte i confinanti Vigonovo e Stra', è molto difficile ipotizzare un passaggio sotto Padova.

Ciononostante stiamo al gioco e proviamo a capire cosa comporterebbe dal punto della vita di tutti i giorni delle persone.

Prendiamo il nostro portafoglio e cosa ci troviamo: la carta d'identità, la patente, il passaporto, il tesserino sanitario per qualcuno la licenza di caccia o di pesca, la tessera di appartenenza ad ordini e collegi professionali.

Inoltre i centri d'impiego sono provinciali, le liste di collocamento sono provinciali e chissà quanti altri sono i documenti di associazioni, organizzazioni e quant'altro che riportano la dicitura della provincia.

Sono documenti che, a rifarli, costano tempo e soldi e certamente per doverli cambiare tutti ci deve essere un buon motivo.

Per non parlare poi delle iscrizioni alle camere di commercio, le PMI, i certificati SOA, i certificati ISO, le casse edili: tutti organizzati su base provinciale.

Sarebbe veramente interessante fare una stima per calcolare il costo di un cambiamento di questo tipo per le nostre imprese già in difficoltà per la situazione economica generale.

Dover rifare tutta questa montagna di documenti ha un costo in denaro e in tempo, e per cosa? Quali sarebbero i vantaggi nell'appartenere alla provincia di Padova?

Assolutamente non abbiamo nulla contro Padova, ma forse il turismo, l'industria, la portualità che ci riguarda direttamente come miresi, hanno bisogno di Venezia, del suo nome, della sua capacità di attirare investimenti e persone unica al mondo.

Certo dovremo liberarci almeno di alcune delle zavorre che bloccano il sistema Italia, ma questa è un'altro tema da affrontare comunque.

E' un esercizio puramente teorico, ma rende un po' l'idea di quali potrebbero essere le ricadute sulla nostra vita di semplici cittadini, oeprai, impiegati, professionisti, lavoratori, commercianti ecc.

A questo punto viene naturale domandarsi: a cosa serve ragionare sull'adesione a Padova? Non avrebbe più senso impegnarsi per la città metropolitana di Venezia, pur consapevoli del fatto che la legge non è stata fatta esclusivamente per la nostra provincia, ma riguarda tutte 10 le città metropolitane (da Roma a Torino, da Reggio Calabria a Milano passando poi per Bologna, Firenze, Genova e Bari, oltre a Venezia), e che per forza ci sarà da lavorare?

La città Metropolitana d'altra parte, non sarà per nulla differente dall'attuale provincia sia nella sua conformazione che nei suoi compiti, ma potrebbe/dovrebbe rappresentare in futuro l'unico intermedio tra regioni e comuni in grado di operare, e questo anche dal punto di vista finanziario, proprio perchè ne sono state riconosciute le specificità.

Magari in un futuro anche prossimo, ci potremmo trovare a gestire l'ingresso di nuovi territori nella città metropolitana, cosa sicuramente auspicabile.

Quindi, meglio intervenire fin da subito, per far partire al meglio (almeno per il nostro comune) la città Metropolitana, sapendo che non sarà una partita che si conclude oggi.

Di nuovo rinnoviamo il nostro invito alle forze politiche a discutere e aderire con visione e slancio, pur sapendo che non sarà facile comunque, a questa iniziativa per cercare di governarla per il bene di tutti, ma di Mira in primis, come si dice "ognuno per primo fa il suo".

Ricordo a tutti che martedì e giovedì di questa settimana, alle ore 20.30, rispettivamente al Teatro Villa dei Leoni e al centro Civico di Piazza Vecchia, ci saranno due incontri pubblici sul tema, partecipate numerosi!!!

Jacopo Carraro








domenica 9 settembre 2012

Ancora sulla città metropolitana

Venerdì scorso, in biblioteca ad Oriago, è iniziato un breve ed intenso ciclo di incontri sulla tema della città metropolitana che continuerà martedì sera a Mira presso il teatro di Villa dei Leoni, per concludersi giovedì prossimo al Centro civico di Piazza Vecchia.
Il tema è direttamente al centro dell'agenda perchè il decreto che la istituisce di luglio è stato convertito in legge ed è operativo già da agosto.
Di certo c'è che la città metropolitana c'è già! e che da questo fatto reale si deve partire.

Le principali criticità, a nostro parere, legate alla legge sono:

1) L'uso del decreto d'urgenza;
2) La costituzionalità legata all'istituzione stessa della città metropolitana;
3) La possibilità di veto del sindaco del comune capoluogo e del Presidente della Provincia;

I primi due punti sono evidentemente collegati alla formulazione stessa della legge e rappresentano ciò sul quale è meno possibile agire in quanto già in atto e soprattutto in capo al governo ed al parlamento.

L'urgenza è motivabile solo con il fatto che il motore che sottende questa legge è quello di tagliare alcuni costi della politica (a nostro mdesto parere forse non i principale ed urgenti) riformando, allo stesso tempo, alcune istituzioni: per questo è stato scelto di eliminare i costi dei consigli provinciali.
La provincia è un ente di "secondo grado", cioè svolge delle funzioni per delega (dallo stato o dalle regioni) e non ha potere di legiferare quindi una riforma, ma anche l'eventuale soppressione, è più semplice e comporta meno problematiche istituzionali.

Ci si domanda: poteva essere fatto diversamente? Sicuramente si! Ma è anche vero che il ritornello che abbiamo tutti nelle orecchie è che "se non si approffitta della crisi per dare una spallata e certe situazioni, non lo si fa più.."
Del resto mi pare che molte siano le voci concordanti sull'opportunità di eliminare le provincie e questo potrebbe essere il primo passo verso la riforma radicale del nostro assetto istituzionale.

Sulla costituzionalità del provvedimento si esprimerà la Corte Costituzionale nel novembre prossimo, basta attendere un paio di mesi!

La terza criticità, invece, è assolutamente condivisibile ed è quello sulla quale si può operare dal basso!
Sarebbe sicuramente opportuno che chi ne ha diritto, per legge, rinunci al privilegio del veto.
Questo significherebbe, in primis, il ristabilimento di una naturale condizione di euguaglianza tra le parti, in secundis una dimostrazione di effettiva buona volontà alla cooperazione con i sindaci della instauranda "conferenza matropolitana", visti anche i tempi strettissimi che la legge prevede.

Infatti, c'è tempo fino al 24 settembre per aderire alla città metropolitana, anche se questo punto non riguarda il territorio mirese che vi farebbe parte anch senza fare alcun consiglio a proposito, dopodichè viene instaurata la conferenza metropolitana, formata da tutti i sindaci della provincia (Venezia compresa) e dal Presidente della Provincia, la quale deve scrivere lo statuto temporaneo decidendo le modalità di elezione del sindaco metropolitano e del consiglio dei dodici (scelti tra i sindaci e i consiglieri comunali di tutta la provincia), che approverà quello definitivo.

Noi ci auguriamo che il sindaco Orsoni e la Presidente Zaccariotto, rinuncino al diritto di veto, e valga semplicemente il voto qualificato dei 2/3 dei componenti della Conferenza Metropolitana perchè questo è un naturale principio di democrazia: UNA TESTA, UN VOTO.

Ribadiamo un'altro punto importante da apportare allo statuto: l'elezione del sindaco metropolitano a suffragio universale!
Rispetto alle altre due opzioni possibili (che sia di diritto il sindaco del capoluogo, che sia eletto con un sistema simile a quello che oggi elegge il Presidente della Provincia) permetterebbe di ribadire lo stesso ovvio e naturale principio di democrazia: UNA TESTA, UN VOTO!!!!!!

Quest'ultimi due elementi, sono ottenibili solo a patto di aderire con slancio propositivo ed aperto alla città metropolitana e dimostrando la capacità di mettersi in rete con gli altri comuni, quantomeno con quelli della riviera, ai quali siamo uniti da una continuità  fisica, storica, culturale oltre a molte tematiche territoriali.

Il Pdl di Mira è pronto a fare la propria parte in questo senso ed invita tutte le forze, di maggioranza e di minoranza ad impegnarsi in questa direzione.

Jacopo Carraro

mercoledì 5 settembre 2012

Sulla città metropolitana


Sulla città metropolitana si stanno facendo, sui giornali, molta confusione e poca attenzione.
Per prima cosa si deve dire che essa c'e' già: è istituita, come recita il primo comma dell'articolo 18, e prende il posto della provincia.
Ai comuni non viene tolta la loro autonomia, al contrario devono essere i sindaci stessi a votare lo statuto, con voto qualificato, anche se deve esserci anche l'assenso del sindaco di Venezia e della Presidente della provincia.
Cosa e' utile fare davanti a questa situazione, cioè di fronte a questo contenitore essenzialmente vuoto? 
Secondo noi conviene riempirlo! 
Conviene affrontare il tema con lungimiranza e capacità per rendere pregna di significato la città metropolitana.
Perché, comunque, alla base del nostro fare politica, dell'essere amministratori, c'e' il lavoro per immaginare e migliorare il nostro futuro.
Perché su questi temi si deve avere coraggio di investire, di cogliere la sfida e di "fare" per progettare il nostro futuro, altrimenti si continuerà a perdere occasioni  lamentandosi poi, di non averne avute.
Mira ha una specificità rispetto a questo tema, trovandosi direttamente a contatto con Venezia ed avendo un largo affaccio sulla laguna e potrebbe per questo trarre grandi giovamenti, anche per risolvere i problemi ambientali che la affliggono.
Aderire alla città metropolitana, per partecipare alla scrittura dello statuto che sarà quello che ci farà capire se questa sfida potrà essere vinta o meno.
Lo statuto dovrà essere discusso anche in seno al nostro consiglio. Ci saranno altri momenti in cui si potrà discutere delle norme statutarie, ma forse la prima, basilare se più democratica possiamo già suggerirla: che il sindaco metropolitano sia eletto a suffragio universale, una testa un voto, voluto direttamente dai cittadini.
Sarebbe molto più opportuno che la nostra amministrazione (siamo il maggior comune della Riviera del Brenta, ed ospitiamo 1/3 della popolazione della riviera), si facesse carico di sviluppare incontri per arrivare alla definizione di una base comune su cui scrivere lo statuto, rivendicando la maggior indipendenza possibile, magari un decentramento intelligente che sfrutti le possibilità dell'informatica, più che una dislocazione degli uffici.
Senza aver paura di cedere pezzi di autonomia quando questo potesse portare a risparmi e servizi migliori.
Insomma bisogna iniziare a fare politica!
Quanto alle strane proposte sentite ultimamente di una Mira che si lega a Padova, addirittura a Belluno, siamo molto scettici.
Noi siamo veneziani, ce lo dicono la nostra storia, le nostre ville, la nostra economia si basa sul fatto di vendere un brand come Venezia che e' conosciuto, apprezzato e ricercato in tutto il mondo.
padova non sarebbe comunque città metropolitana, pur aderendovi, ma anche volendo immaginare di poterlo fare (e non si può fare), siamo sicuri che la grande Padova sarebbe più sensibile alle nostre istanze della grande Venezia? 
Noi siamo sicuri del contrario. Da anni Padova cerca di realizzare l'idrovia nell'ottica di avere una canale scolmatore per liberarsi delle sue piene, ma questa visione non fa altro che portare i problemi da monte a valle senza risolverli ma trasferendoli ed a valle ci troveremmo noi, magari con la laguna che non riceve e l'acqua padovana che si somma alla nostra.

Jacopo Carraro