sabato 17 agosto 2013

Morara e le luci rosse...


In riferimento all'articolo uscito sulla Nuova Venezia del 14 agosto  linkato qui sopra, bisogna precisare che le posizioni di Morara sono assolutamente personali e non rappresentano di certo la linea del PdL di Mira.
Al di la del dibattito sul merito dei quesiti referendari che vogliono rendere legale l'apertura delle "case chiuse", sicuramente la proposta di trovare questi spazi all'interno della zona artigianale e produttiva è decisamente contraria alla nostra idea di sviluppo economico e molto più in linea con l'assoluto disinteresse che il nostro ha sempre dimostrato nei confronti del PIP di Giare e degli artigiani miresi, a partire dalla attività consigliare che non ha mai spinto verso la soluzione dei problemi del PIP, a quella in sezione (quando ancora veniva salvo poi andarsene quando non gli veniva data ragione, manco fosse il proprietario del pallone) quando si è battuto contro l'accordo che ha permesso la alienazione della casa artigiana a Forte Poerio.
Per questo riporto qui sotto il comunicato stampa che ho inoltrato alla Nuova:



Dopo oltre un anno dispiace dover tornare a puntualizzare l'ovvio e cioè che Mario Morara non rappresenta in alcun modo il PdL e che non è nemmeno consigliere comunale a Mira.
Alle ultime elezioni comunali Morara ha corso con una lista civica che si era contrapposta particolarmente al Pdl e che è forse piuttosto riconducibile a scelta civica.
In particolare la lontananza dal PdL è ancora più evidenziata dalla proposta di ricavare gli spazi per un quartiere a luci rosse all'interno del PIP di Giare, cosa che il PdL non farà mai.
È quantomeno sintomatico che un ex-consigliere e le amministrazioni che si sono succedute a Mira sino ad oggi, pensino sempre al nostro PIP come "refugium peccatorum" per qualsiasi attività non riescano a collocare: prima il canile, poi la festa del movimento cinque stelle e infine il quartiere a luci rosse.
Bisognerebbe, invece, pensare a come sviluppare il nostro PIP che langue e stenta a partire, nonostante goda di una collocazione eccezionale per la presenza del Porto di Venezia e la vicinanza alle infrastrutture principali.
È invece carente di strutture a servizio, mensa, presidio medico, un centro per la promozione delle attività e persino di una linea ADSL adeguata e sufficiente.
I nostri artigiani si sono sempre arrangiati per far partire il PIP e sarebbe ora che qualcuno desse loro una mano.
Far ripartire il PIP, inoltre, servirebbe a rilanciare anche l'economia, l'occupazione della nostra città e persino ad aiutare le casse comunali: una maggiore quantità di attività potrebbe inoltre consentire di abbassare le aliquote IMU, oggi al massimo, senza mettere in pericolo il bilancio.
Quanto all'ex consigliere Morara non si può che riconoscergli una coerenza del tutto personale in questa "battaglia a luci rosse" ma certamente non ha mai bussato alla nostra porta per discuterne anche perché sicuramente non gli avremmo aperto, anzi.
L'assurdità di proporre una variante urbanistica in questo momento la dice, invece, lunga sull'ex consigliere Morara, e sulla vacuità della sua azione politica: oggi come oggi senza la legalizzazione dei "quartieri a luci rosse" e senza approvazione del Pat è inutile, fuori luogo ed irricevibile.
L'unica considerazione possibile è che l'ex consigliere sia alla ricerca di pubblicità e visibilità alla ricerca di una nuova collocazione dopo l'esperimento fallimentare delle ultime comunali.
Restiamo per questo sorpresi del grande spazio dato a una persona e ad un argomento così labili e deboli.

Il coordinatore comunale del PdL
Jacopo Carraro

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